La fiaba del serpente e il pianoforte

Nella foresta pluviale viveva, tra tanti animali, un serpente di nome Fred, della famiglia dei serpenti frustino. I serpenti frustino sono serpenti molto lunghi e sottili che vivono mimetizzandosi tra le liane. Fred però, a differenza di tanti suoi simili, non si accontentava di trascorrere le giornate riscaldandosi al sole o strisciando nel folto della foresta. Era un serpente molto curioso e fin da piccolo si spostava ai margini della foresta per ammirare da lontano le abitazioni degli uomini. Era molto attratto dagli umani e da tutto ciò che riguardava il loro mondo. Con il passare del tempo, la curiosità di Fred lo spinse sempre più vicino alle abitazioni degli uomini. Sapeva che, se lo avessero visto, avrebbe rischiato la vita, ma il suo desiderio di esplorare era più forte della sua paura. Fred si avvicinava sempre con grande prudenza alle case, nascondendosi nei giardini o strisciando sui tronchi degli alberi per non farsi vedere. Tutto questo lo faceva di nascosto dagli altri serpenti, che non avrebbero condiviso questo comportamento così rischioso.
Un giorno, mentre Fred si aggirava nel giardino di una casa non lontana dalla foresta, sentì una cosa che non aveva mai udito prima: si trattava della musica. Fred ne rimase incantato e si avvicinò ai vetri della finestra dell’abitazione da cui provenivano quei suoni meravigliosi, per vedere cosa li potesse produrre. Vide un umano che passava le sue dita su strisce bianche e nere, e da queste strisce uscivano suoni più o meno acuti o profondi a seconda della direzione in cui andavano le mani. Fred venne rapito da quei suoni melodiosi e dal movimento delle dita su quei tasti bianchi e neri. Improvvisamente, ad interrompere la magia, entrò nella stanza dove l’uomo stava suonando una donna piuttosto anziana, con in mano un vassoio con del tè e dei biscotti. “Ti eserciti sempre tanto con quel pianoforte. Ti va di fare una pausa?”, chiese la donna. “Grazie nonna. Ci voleva proprio”, rispose il ragazzo. “Nonna, mi alleno tanto perché, se voglio essere ammesso nell’orchestra più prestigiosa dello Stato, devo essere preparato e non posso permettermi errori”, aggiunse il ragazzo. “Ma la tua musica è perfetta!”, esclamò la nonna.

Mark, così si chiamava il ragazzo, andava tutti i giorni dalla nonna per allenarsi al pianoforte, che era stato del nonno, e che la nonna aveva tenuto come ricordo. L’anziana donna non credeva che sarebbe stato di nuovo suonato, finché il nipote non manifestò la sua passione per la musica.

“Pianoforte”, ripeté tra sé Fred. “Ecco come si chiama quella cassa magica da cui escono quei suoni, anzi, da cui esce la musica”. Quel giorno il verdissimo serpente tornò a casa con il cuore colmo di gioia. La musica del pianoforte di Mark lo aveva rapito. Voleva assolutamente tornare ad ascoltarla e a osservare ancora quei tasti che si muovevano su e giù al passaggio delle dita di Mark. Fred prese quindi l’abitudine di andare tutti i giorni ad ascoltare e osservare. Con il tempo capì che i segni sui fogli che Mark teneva sul pianoforte corrispondevano a suoni ben precisi. E con il tempo capì anche in che direzione dovevano andare le mani per avere suoni più acuti o più profondi. In poche parole, aveva imparato a leggere la musica. Se solo ne avesse avuta la possibilità, sarebbe stato in grado di riprodurre anche lui qualsiasi brano musicale!

Uno dei tanti pomeriggi in cui Fred spiava Mark dalla finestra, sentì la nonna dirgli che sarebbe stata via per una settimana. Lasciò quindi al nipote le chiavi di casa, in modo che Mark potesse entrare in casa sua liberamente per allenarsi al pianoforte, come sempre; l’unica differenza era che lei non ci sarebbe stata.

Fred ebbe immediatamente un’idea: approfittando dell’assenza della nonna, si sarebbe intrufolato in quella casa e avrebbe messo in pratica ciò che per mesi aveva solo osservato. Avrebbe finalmente potuto suonare. Era un’idea folle: se fosse stato scoperto lo avrebbero di sicuro ucciso, ma il suo sogno valeva quel rischio.

Quel giorno Fred rientrò a casa con la mente rivolta al giorno successivo. Quale sarebbe stata l’ora migliore per non essere scoperto? Quali dei tanti pezzi più volte ascoltati sarebbe stato il suo primo brano? Ma soprattutto, ora che ne aveva la possibilità, sarebbe stato in grado di mettere in pratica ciò che fino a quel momento aveva appreso come pura teoria?
Fred decise che l’indomani sarebbe andato a casa della nonna di Mark verso sera, quando c’erano pochi umani per le strade e sarebbe stato meno rischioso. Il suo timore non era quello di essere visto: era un campione nel nascondersi ed era velocissimo a fuggire. Temeva più che altro di essere sentito. Se qualcuno, passando sotto casa della nonna, avesse udito il suono del pianoforte in un orario diverso dal solito, forse si sarebbe insospettito e sarebbe andato a controllare. Nel tardo pomeriggio però gli umani di solito erano già tutti rientrati a casa e il rischio di essere accidentalmente udito da qualcuno era inferiore ad altri momenti della giornata.

Il giorno dopo, quando Fred arrivò a casa della nonna, Mark se ne era già andato. Approfittando del suo corpo sottilissimo si infilò sotto la porta ed entrò in casa senza nessun problema. Arrivò nella stanza dove c’era il pianoforte. Il cuore gli batteva fortissimo, sicuramente per la paura, ma soprattutto per l’emozione. Fece un profondo respiro e salì sullo strumento. Aveva deciso che avrebbe suonato come primo brano quello che avrebbe trovato sul pianoforte: lasciava che fosse il caso a decidere da dove avrebbe iniziato.

Si allungo completamente sui tasti e iniziò a muoversi su e giù, facendo scendere a turno i tasti neri e bianchi. Si lasciò trasportare dai suoni, felice di ciò che stava riuscendo a fare. Lui, senza mani, ma con l’aiuto di tutto il corpo, riusciva a riprodurre la stessa musica dell’umano che aveva spiato per così tanto tempo. Stava accadendo qualcosa di incredibile: il serpente ondeggiava sui tasti e i suoni uscivano così perfetti che ad ascoltarlo nessuno avrebbe potuto credere che non si trattasse di un umano. Fred era così contento che continuò ad andare a casa della nonna durante tutta la settimana. Mentre suonava immaginava di fluttuare tra suoni magici e note musicali e finalmente era davvero felice.

La nonna però tornò inaspettatamente un giorno prima del previsto, ma Fred non poteva saperlo. Come aveva fatto durante tutta la settimana, anche quel giorno si infilò sotto la porta e andò nella stanza dove c’era il pianoforte. Iniziò a suonare e cercò di dare il meglio di sé, sapendo che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto farlo. La nonna non andava mai via per più giorni e quella era stata un’occasione più unica che rara. La nonna, che però era in casa, sentendo la musica provenire dalla stanza del pianoforte, si spaventò. Mark era appena andato via e lei si convinse che si trattava del fantasma del nonno. Andò subito a chiamare il nipote perché tornasse indietro e la aiutasse a liberarsi del fantasma. Mark, che voleva molto bene alla nonna, acconsentì, anche se era certo che la nonna si stesse sbagliando. “D’altronde, lo sanno tutti che i fantasmi non esistono”, pensava.

Quando però entrò nella casa della nonna e sentì suonare a perfezione i suoi spartiti, si allarmò anche lui. Chi poteva essere così folle da entrare in una casa di nascosto solo per suonare il pianoforte? Mark decise di andare a vedere. “Nonna, aspetta qui. Ci penso io”. Il giovane lasciò la nonna all’ingresso ed entrò lentamente nella stanza del pianoforte, per cogliere di sorpresa il misterioso musicista. Rimase a bocca aperta nello scoprire che chi stava suonando era un serpente. Dopo lo stupore iniziale, rimase in silenzio ad ammirare tanta bravura. La nonna, che stava iniziando a preoccuparsi nel vedere che Mark non tornava, lo raggiunse e anche lei non poteva credere ai propri occhi. Fred terminò la sua esibizione soddisfatto, e solo in quel momento si rese conto di non essere solo.

Spaventato tentò la fuga, mentre Mark e la nonna cercavano di tranquillizzarlo: “Non scappare, non vogliamo farti del male”, dicevano. Ma Fred, in preda al panico, non capiva più nulla. Ormai convinto di essere spacciato, si raggomitolò in un angolo della stanza. Mark si avvicinò e disse con voce calma: “Stai tranquillo, amico. Non vogliamo farti del male. Siamo solo rimasti sorpresi nel sentirti suonare. Sei bravissimo”. La nonna osservava la scena, divertita: “So che non dovrei dirlo, ma suoni quasi meglio di mio nipote”, rise. Mark stette al gioco e rise anche lui. Fred era confuso: non solo non stavano cercando di ucciderlo, ma gli stavano addirittura facendo dei complimenti! Mark continuò: “Facciamo così: se la nonna è d’accordo potrai venire a suonare quando vorrai. Cosa ne dici nonna?” La nonna ne fu felice. Quella casa era stata vuota per tanto tempo e presto anche il nipote se ne sarebbe andato per inseguire i suoi sogni di musicista. Il serpente le avrebbe fatto compagnia, anche se, doveva ammetterlo, sarebbe stata una compagnia piuttosto bizzarra! Da quel giorno, e per molti altri, Fred andò a trovare la nonna senza dover più entrare di nascosto, anche perché la nonna lo attendeva sempre con impazienza. Fred aveva avuto il coraggio di inseguire i suoi sogni, rischiando tantissimo, ma finalmente era davvero felice.

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I serpenti frustino sono dei serpenti velenosi che vivono nelle foreste pluviali. Misurano 1,5 centimetri di spessore e possono arrivare a misurare 2 metri di lunghezza. Fred arrivò a misurare 1,5 metri, misura perfetta per suonare il pianoforte. A volte capitava che la nonna invitasse le sue amiche a prendere un tè da lei e che facesse ascoltare loro la musica di Fred. Tutte, dopo un primo momento di stupore, ne rimanevano affascinate e volevano tornare ad ascoltarlo di nuovo. Grazie a Fred, la nonna non rimase mai più da sola.